Grammichele Calcio, pausa e bilancio di metà stagione: tra sogno e realtà, la parola ai protagonisti della (ri)nascita di una nuova Aquila.

Varcando i cancelli dello stadio Comunale di Grammichele e volgendo il proprio sguardo a sinistra, è ancora distinguibile, almeno nei suoi tratti essenziali, la scritta a caratteri cubitali “ECCELLENZA”, che da undici anni a questa parte campeggia sul fondo dell’unica parete disponibile, ora come allora, griffata dai tifosi giallorossi per celebrare – nel maggio 2007 – uno dei punti più alti ed importanti della storia del calcio locale. Un po’ come quella scritta, sbiadita ma non del tutto cancellata, anche il calcio grammichelese ha seguito lo stesso andamento, con la crisi in seguito al fallimento di quella gloriosa “Nuova Aquila Grammichele” e l’avvento di una nuova società, il Grammichele Calcio, che con grande sacrificio della nuova dirigenza, prova a ripartire, ancora una volta, iniziando dal gradino calcistico più basso quale la Terza categoria. Proprio il gioco del pallone ci insegna che per raggiungere grandi risultati bisogna lavorare tutti insieme, con cuore, sacrificio e determinazione: e questi ragazzi, da qualche mese a questa parte, ce la stanno mettendo tutta, nella speranza che la vecchia (o una nuova) “Aquila” riprenda presto il suo desiderato volo.

grammichele calcio

Il campionato di Terza categoria osserva un turno di riposo, a sancire ulteriormente la conclusione della prima parte di stagione. Il Grammichele Calcio ripartirà la prossima domenica presentandosi al Comunale da seconda in classifica, con ventidue punti guadagnati e ricevendo il Mineo, unica squadra, assieme ai giallorossi, a rappresentare il calatino nel girone B. Proprio sul campo della prossima avversaria, la formazione della città esagonale ha cominciato il proprio cammino stagionale con un pareggio, un po’ timido ma stimolante per il prosieguo e cui ne ha fatto seguito un altro, quello con l’attuale capolista Pro Librino, nella gara d’esordio al Comunale. Nella propria casa, che attende con ansia dei lavori di restyling, il Grammichele ha già raggiunto un grande traguardo, mantenendo un’inaspettata imbattibilità, che è proseguita da quello 0 – 0 con ben cinque vittorie, tre delle quali arrivate in potenziali scontri diretti per la zona playoff, ai danni della Massiminiana, del Camporotondo Etneo e, per ultimo, del Vaccarizzo.

Non avrei mai creduto di arrivare fin qui” – sentenzia il mister Aristide Scalone, leader carismatico e d’esperienza nel calcio grammichelese, che anche quest’anno ha accettato di porsi a capo della famiglia giallorossa e di prendersi carico, ogni settimana, di ogni battaglia dei suoi ragazzi, che dopo ogni rete sono sempre stati pronti ad abbracciarlo e a condurlo, da vincitore, per ben cinque volte sotto la gradinata centrale. E a proposito di famiglia, nel tracciare il proprio bilancio di mezza stagione, prosegue il coach grammichelese :”Il nostro sogno continua, soprattutto per questa città e per risvegliare la voglia di andare allo stadio per trascorrere la domenica con gli amici o con la famiglia. Siamo partiti piano piano e i segnali sono positivi, sopratutto grazie a questi ragazzi che aiutano anche economicamente questa dirigenza e danno tutto, dentro e fuori dal campo”.

La classifica al momento, Grammichele Calcio al secondo posto in zona play-off.

 

Le parole di Scalone sono parole di fiducia per il resto della stagione, cui fanno eco anche quelle dei vertici della dirigenza del Grammichele Calcio, rappresentata da Elio Anfuso e Francesco Amato :” Stiamo andando abbastanza bene e sopra le aspettative. L’assenza del calcio per alcuni anni ha determinato una squadra molto giovane ma che si avvale di alcuni giocatori di punta. Siamo convinti di poter raggiungere i play-off ma ci aspettiamo anche qualcosa in più, oltre che in termini di pubblico, dall’amministrazione comunale”.

Il Grammichele visto in campo in queste undici partite è parso nel complesso compatto: una squadra a tratti sofferente nei secondi tempi giocati ma sempre determinata, specie dentro casa. Il calo principale si è avvertito soprattutto in trasferta, dove alcuni eccessivi rilassamenti mentali hanno decretato gli amari pareggi contro Campanarazzu e Mirafor, principali responsabili del distacco dalla vetta :“Questi pareggi e i relativi punti persi ci dicono che dobbiamo ancora migliorare – sostiene Tony Palma, capitano e tra i protagonisti della difesa grammichelese -. Non importa la categoria, da capitano dico che il gruppo c’è e tutti noi facciamo un lavoro doppio, dentro e fuori; adesso, dobbiamo mostrare più esperienza fuori casa e padronanza nel gestire i risultati.Tutti noi ci teniamo a raggiungere l’obiettivo e questo impegno non ci pesa, anzi, ci rende felici”.

La voglia di giocare a calcio, di sudare per la maglia della propria città, di tornare in alto il più presto possibile, anima tutti i giocatori, anche gli ultimi arrivati :” Sono contento di essere tornato a vestire questa maglia dopo sei anni – afferma Daniele Malaspina, in squadra solo dalle ultime settimane ma già decisivo con sei centri in meno di cinque presenze -. Il merito è tutto della squadra, un gruppo diverso, pieno di entusiasmo e che si diverte”. Senza nulla togliere alla tradizionale scaramanzia per la promozione diretta – non succede ma se succede, in pratica – il collettivo giallorosso guarda ai playoff. Ed altre voci si levano tra i titolari, come nel caso dei fratelli Salvo e Giovanni Eterno, protagonisti anche di alcune reti decisive :” In alcune gare siamo crollati mentalmente, sottovalutando gli avversari ma tutti crediamo nella promozione, il nostro sogno che vogliamo raggiungere. Continuiamo ad impegnarci dal primo all’ultimo, per la squadra, per ciascuno di noi e per tutta la città”.

Se un ottimo lavoro fin qui è stato fatto, adesso un’altra montagna, più ambiziosa, deve essere scalata. Le prossime undici partite hanno il peso di undici finali, per difendere la posizione guadagnata ma anche per guardare a quella successiva, ancora a portata di mano: sognare non costa nulla, così come scendere al campo per incoraggiare questi ragazzi e prenderli per mano verso un sogno, a tinte giallorosse, che in fondo accomuna un po’ tutti noi, quelli dallo spirito esagonale.

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