Sicilia: riapertura scuola fissata per il 10 gennaio

Il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci in accordo con il Dasoe dell’assessorato alla Salute, l’assessorato all’Istruzione e Formazione professionale della Regione Siciliana ha predisposto lo spostamento della riapertura delle scuole siciliane per il 10 gennaio 2022 invece che il 7 gennaio, modificando il decreto assessoriale n.1187 del 5 luglio 2021. Il provvedimento, emanato appena qualche ora fa, riguarda le scuole di ogni ordine e grado, i corsi di formazione professionale in obbligo scolastico e le Fondazioni Its.

scuolaQuesta ordinanza è stata emessa a seguito di una riunione dei vertici della Regione, i quali si sono mostrati estremamente preoccupati per i dati covid-19 in continuo aumento e in costante aggiornamento. Allo stato attuale i contagi non si arrestano e stanno subendo una brusca accelerata, frutto delle festività appena trascorse che ha portato molti siciliani a ritrovarsi in famiglia e tra amici facendo aumentare la probabilità di circolazione del virus. Molte regioni d’Italia, per evitare che il picco dei contagi possa ripercuotersi negli istituti scolastici, hanno preferito modificare la data di riapertura della scuola per tentare di contenere il virus e sperare in un declino del numero dei contagi.

L’assessore Lagalla ha spiegato la decisione presa affermando: “Abbiamo preso questa decisione in seguito all’odierna riunione della Conferenza delle Regioni, in esito alla quale è emersa l’esigenza di acquisire uno specifico parere del Cts nazionale che, in relazione all’andamento della pandemia, sia in condizione di escludere una possibile ed eventuale ricaduta negativa sulla riapertura degli istituti scolastici. Alla luce dell’attuale quadro epidemiologico, durante la riunione, è stata fatta presente anche l’esigenza di una revisione delle procedure di tracciamento dei contatti scolastici, con particolare riferimento alle modalità di esecuzione dei controlli sanitari e di gestione delle quarantene. La Regione Siciliana, nel condividere la posizione dei rappresentanti regionali e in attesa del parere richiesto al Cts, ha perciò ritenuto di uniformare il proprio calendario didattico a quello delle altre regioni italiane”.

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