Riceviamo e pubblichiamo: Errore nella TARI, cittadini penalizzati e Comuni in silenzio

Recentemente abbiamo ricevuto una e-mail che ha catturato la nostra attenzione e riflette una problematica che coinvolge molti cittadini nei confronti della Tassa sui Rifiuti (TARI). L’autore ha voluto portare all’attenzione della redazione una questione che riguarda il rimborso della TARI dovuta al Comune di Grammichele.

Ecco l’email integrale

Buongiorno, voglio portare all’attenzione della redazione una problematica relativa al rimborso di quota parte della TARI dovuta dai cittadini da parte del comune di Grammichele che ha applicato erroneamente (come tantissimi comuni) una quota variabile dell’imposta anche a box e garage come se abitati anche se pertinenza dello stesso immobile.

L’errore si è verificato perché diversi Comuni hanno applicato ad ogni unità immobiliare sia la quota fissa sia quella variabile, mentre quest’ultima, essendo correlata solo al numero degli occupanti, andrebbe associata all’intera utenza. Molti Comuni quindi avrebbero calcolato più volte la componente variabile (cioè il numero di persone che vivono nell’immobile): per la parte principale dell’immobile e anche per le pertinenze (ovvero i garage, i box, le cantine, le mansarde, le soffitte, etc..).

A tal proposito viene incontro la risposta del Governo del 18 Ottobre 2017 all’ interrogazione parlamentare n. 5-10764 del deputato Giuseppe L’ Abbate (M5S).

Nello specifico il sottoscritto avendo pagato l’imposta con il suddetto errore, mi reco successivamente a chiedere spiegazioni all’ufficio competente. Mi viene risposto che possono correggere l’errore solo da ora in poi (quindi a partire dalla prossima annualità) e il pregresso va perso. Mi hanno spiegato che hanno corretto d’ufficio molte utenze allineandole ai dati catastali. Non essendo riusciti per tutte, erano i cittadini contribuenti che notando le discordanze prima del pagamento facevano rettificare gli avvisi di pagamento.

Molti altri (immagino a non essere il solo) che hanno regolarmente pagato senza accorgersi dell’errore hanno perso un bel po’ di soldini, indebitamente sottratti. Faccio notare che se si va a fare una ricerca su web si evince che sono in moltissimi i comuni italiani (in testa Milano Genova Pisa ecc. ecc) ad aver fatto l’errore, ed hanno predisposto sul proprio sito la modulistica per il rimborso/compensazione addirittura con carta intestata del comune o ente preposto. Quindi di cosa stiamo parlando?

Se l’ufficio nota nel tempo di aver fatto un errore a favore del contribuente fa una nota di rettifica d’ufficio e recupera. Al contrario, se l’errore è a favore delle casse comunali, no. *Questo per dare risalto ad una problematica esistente e per dare possibilità a quanti come me di recuperare i soldi pagati in più. Per conto mio farò tutto quello che la legge mi permetterà.

Disponibile per eventuali imprecisioni da me riferite

Questo messaggio evidenzia un errore nel calcolo della TARI, che ha portato al pagamento eccessivo da parte dei cittadini. La situazione sollevata dal cittadino che ci ha inviato l’email dimostra un trattamento differenziato nella correzione degli errori amministrativi, evidenziando come gli errori a favore del contribuente siano corretti d’ufficio mentre quelli a vantaggio delle casse comunali non ricevano la stessa attenzione.

In particolare bisogna far attenzione all’interrogazione di L’Abbate e soprattutto alla risposta del Governo, nel 2017. L’interrogazione 5/10764 presentata alla Camera dei Deputati il 8 marzo 2017, durante la seduta numero 755, da parte di Giuseppe L’Abbate e Emanuele Scaglusi del Movimento 5 Stelle, chiedeva chiarimenti al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare riguardo al calcolo della quota variabile della Tassa sui Rifiuti (TARI). Si faceva riferimento al decreto del Presidente della Repubblica n. 158 del 1999 e al Regolamento TARES per comprendere se la quota variabile della TARI dovesse essere calcolata una sola volta per ogni tipo di occupazione, anche se questa comprendesse più superfici.

La richiesta puntava a chiarire se la quota variabile della TARI dovesse essere calcolata una sola volta per tipologia di occupazione, ad esempio per un’utenza domestica, indipendentemente dalla presenza di più superfici all’interno di essa. Si evidenziava la questione delle pertinenze (come garage e cantine) che, secondo alcune interpretazioni, portavano alcuni comuni a moltiplicare la quota variabile, determinando tariffe più elevate rispetto a una considerazione della quota variabile come unica per l’intera superficie dell’utenza.

La risposta del Governo, pubblicata il 18 ottobre 2017, evidenziava il punto 4.2 dell’allegato 1 al decreto del Presidente della Repubblica n. 158 del 1999, specificando che non si ricavava la possibilità di computare la quota variabile sia per l’appartamento che per le pertinenze. Si osservava che secondo tale disposizione, se un’utenza domestica includeva più superfici come un appartamento, un garage e una cantina, la quota variabile doveva essere considerata una sola volta, senza supporto normativo per una diversa interpretazione da parte dei comuni.

La risposta faceva riferimento anche all’articolo 17, comma 4, del Prototipo di Regolamento TARES, che considerava specifici casi relativi agli occupanti delle utenze domestiche, indicando la possibilità di considerare le cantine, le autorimesse o altri simili luoghi di deposito come utenze domestiche con un solo occupante, nel caso in cui tali immobili non fossero utilizzati come abitazioni.

Quindi questa risposta ha sostanzialmente supportato l’interpretazione secondo cui non vi è giustificazione normativa per moltiplicare la quota variabile in base alle diverse superfici interne all’utenza domestica. La normativa dovrebbe essere applicata considerando la quota variabile come unica, indipendentemente dalla presenza di più superfici all’interno dell’utenza.

Attendiamo ulteriori sviluppi su questo tema e rimaniamo aperti a ulteriori segnalazioni da parte dei nostri lettori.

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