#Grammichele: protestano i genitori contro le prove INVALSI

Un nutrito gruppo di genitori dopo lo sciopero generale dei scorsi giorni, stamani in alcune scuole elementari della città di Grammichele non hanno mandato i proprio figli a scuola boicottando così le prove Invalsi.
La protesta ha riguardato le seconde e le quinte classi che stame doveva effettuare il test ritenuto dai genitori inutili e costose.
il comitato dei genitori presenti presso l’istituto scolastico di piano immacolata hanno avuto modo di confrontarsi con la dirigente scolastica Caterina Li Rosi intervenuta in luogo al quale gli stessi genitori hanno spiegato le motivazioni della loro protesta ritenendo tali provi, una sorta di mercificazione della scuola prospettando una segnalazione dai risultati ottenuti di scuole di serie A e scuole di serie B.
“Lo sciopero è stato indetto da noi mamme e non dai docenti – dicono le stesse mamme presenti alla manifestazione –. Siamo contro il disegno di legge del governo Renzi della cosiddetta Buona Scuola. Riteniamo che questo disegno di leggi crei disparità tra le scuole e penalizzi fortemente la didattica”.
inoltre le prove non sono anonime: ogni prova è contrassegnata da un codice, che sarà conservato dalla scuola, che identifica l’alunno; tali codici dunque permettono una tracciabilità nel tempo delle prove dei nostri figli; oltre ai test, viene chiesto ai nostri figli di compilare un questionario in cui si chiedono informazioni sia sulle risorse disponibili in famiglia (numerosità di libri, disponibilità di un aiuto nei compiti per casa, lingua parlata a casa, ecc.) sia su questioni anche delicate (se hanno subito episodi di bullismo, se vivono più spesso con mamma o papà, ecc.). E’ davvero incredibile che ci venga chiesta l’autorizzazione per qualsiasi tipo di attività proposta dalla scuola (anche una foto di classe) e poi, nel giorno delle prove invalsi gli alunni siano sottoposti a questionari sulla loro vita familiare senza che i genitori ne siano preventivamente informati infine perché questi test creano ansia: i tempi per le prove sono rigidamente prefissati; gli alunni devono fare bene e in fretta. L’ambiente diventa quello da concorso pubblico.
Quindi classi deserte e prove invalsi da rinviare a nuova data.

 

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