Santuario della Madonna del Piano

Il santuario della Madonna del Piano sorge a 4 chilometri dalla città, sul fianco di una collina, e fu innalzato nel XV secolo. Nel 1510 gli eremiti laici irregolari che abitavano il romitorio di Santa Maria Maggiore del Piano furono autorizzati a vestire il saio dal Vescovo siracusano D. Dalmazio Gabriele (1469-1511). Il Patronato della chiesa della Madonna del Piano apparteneva alla famiglia dei Principi di Butera che ne avevano affidato il priorato ai frati eremiti nel 1575 guidati da fra Nicola di Piazza Armerina. L’antico romitorio di Santa Maria del Piano viene brevemente citato anche dall’Abate Vito Amico nel suo Dizionario Topografico della Sicilia. Rimase miracolosamente indenne al terremoto del 1693, ed è luogo di culto e di pellegrinaggio per tutti i grammichelesi, ma anche teatro di una delle feste più importanti dell’anno: quella che ogni anno il 6, 7 ed 8 settembre, festa della Madonna del Piano.

La Chiesa piccola ma particolarmente bella, all’esterno presenta un portale in pietra arenaria, compreso in due lesene, e sormontato da una finestra centrale e al culmine della costruzione una piccola cella campanaria ed una croce.

All’interno della Chiesa, splendidamente decorato in stile Barocco, troviamo tantissimi affreschi raffiguranti diversi Santi, ma soprattutto la copia di una tela che raffigura la Madonna del Piano, l’originale, antico e prezioso quadro, andò distrutto in un incendio, o forse trafugato (secondo Giovanni Gianformaggio, importante storico locale). L’interno del Santuario è costituito da un’unica navata ed ha tre altari dedicati uno alla Madonna, a S. Caterina e al Crocifisso. Nell’abside, in fiorito stile barocco, sopra l’altare, dentro una cornice adorna di angeli in basso rilievo si ammira il grande quadro ad olio del Vaccaro. Esso raffigura la Madonna col Bambino e il globo, incoronata da due angeli; sopra, un altorilievo in gesso raffigurante a grandezza naturale l’immacolata Concezione avvolta in un manto azzurro baroccheggiante, sostenuta e attorniata da angeli. A destra e a sinistra del quadro e dell’altorilievo, due belle colonne a torciglioni arricchite da stucchi dorati.

Tra gli elementi esterni connessi al Santuario va ricompresa la grande croce in pietra, in blocco monolitico, che si eleva verso nord-ovest a circa un centinaio di metri più in basso e dalla quale prende il nome l’intera contrada “Piano o Piano Croce”. Fu fatta erigere nel 1686 direttamente dal fondatore di Grammichele, il principe Carlo Maria Carafa che probabilmente era stata costruita come meridiana, per indicare l’ora della recita dell’Angelus.

Sui due bracci orizzontali la croce porta una scritta appena decifrabile e parzialmente analoga a quella incisa sulla campana della chiesa dello Spirito Santo. Intorno a questa croce sono nate fantasiose leggende, che narrono di un immenso tesoro, sotterrato nelle vicinanze e che per antico incantesimo si sarebbe rilevato e offerto al coraggioso che, partendo dalla vicina città di pellegrinaggio a piedi scalzi e con sorso di olio in bocca, sarebbe arrivato a mezzanotte esatta ai piedi della croce e ivi avesse depositato il sorso di olio, con qui accendere una lumiera in suffragio dell’anima posta a perenne custodia dell’ enorme tesoro.

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