I Vescovi di Sicilia riaprono alle processioni religiose a partire dalla Domenica delle Palme

Si è svolta negli scorsi giorni la Sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana, presieduta dal Vice-presidente S.E. Mons. Michele Pennisi.

I Vescovi di Sicilia hanno riflettuto sull’opportunità di riprendere le processioni religiose qualora il Governo italiano, il 31 marzo, revochi lo stato di emergenza. Le processioni potrebbero riprendere a partire dalla Domenica delle Palme permettendo così  in tutto il territorio Siciliano lo svolgimento già dei Riti della Settimana Santa.

Apertura che permetterebbe, anche a Grammichele, lo svolgimento delle processioni religiose pubbliche tradizionali della Settimana Santa, già dalla Domenica delle Palme con i Riti esterni del Cristo alla Colonna, del Cristo Morto e del Cristo Risorto nella giornata di Pasqua.

Particolare attenzione ai festeggiamenti dei Santi Patroni della città esagonale, che secondo tradizione dovrebbero svolgersi dal 5 all’ 8 maggio 2022; grande emozione da parte del presidente dell’associazione devoti San Michele e Santa Caterina, Francesco Tornello che a tal notizia, ha così dichiarato “Finalmente tornano le processioni. Dopo due lunghi anni di blocco, torna la Devozione e la fede per le strade della nostra amata Grammichele. Per quanto ci riguarda inizieremo con il Cristo Risorto domenica 17 aprile 2022. I vescovi hanno deciso di non fare fuochi nella settimana santa e destinare quelle donazioni ai profughi ucraini e così faremo, ma la festa di Pasqua ci sarà, come ci sarà una grande festa patronale. Festa che prepariamo da tre anni. Cercando domi avere primati e renderla sempre più elegante e seguita da tutti, Grammichelesi e non. Speriamo per il bene. W I SS. Patroni”

Ulteriore passaggio sotto l’attenzione dei Vescovi è stato quello riferito ai fuochi d’artificio:  “Quale gesto concreto di compassione col popolo ucraino, i Vescovi invitano tutti ad evitare i fuochi o le cosiddette “bombe pirotecniche” per le prossime feste pasquali. Non si possono sparare i fuochi d’artificio mentre uomini e donne, anziani e, specialmente, bambini sono atterriti dal suono delle sirene e uccisi dalle bombe belliche. In segno concreto di solidarietà, si invita a convertire il corrispettivo dei fuochi pirotecnici in aiuti umanitari ai profughi che saranno accolti nelle nostre Diocesi e nelle nostre Città.”

Per approfondire leggi il CESi-Comunicato-finale-marzo-2022

 

 

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