Piazza Armerina: insultata e aggredita una donna somala, adesso ricoverata all’Ospedale Chiello

Nelle scorse ore, Piazza Armerina è stata teatro di un evento scioccante e inaccettabile: una donna somala, lavoratrice e residente da anni nel centro storico, è stata brutalmente aggredita da un gruppo di giovani, subendo violenze fisiche e verbali di natura razzista.

La vittima, una badante di 38 anni, stava rientrando a casa dopo una giornata di lavoro quando è stata attaccata. I responsabili, tra cui un minorenne già identificato, hanno inflitto alla donna una frattura al setto nasale, causando un grave danno fisico e psicologico. «E’ morta la p…nera» avrebbe raccontato di avere sentito un testimone.
Attualmente, la vittima è ricoverata all’ospedale Chiello, mentre le autorità cercano di individuare tutti i colpevoli. I carabinieri hanno sequestrato le telecamere di un esercizio commerciale aperto 24 ore su 24 e, grazie alle immagini, sono riusciti ad identificare un ragazzino di 17 anni che sarebbe già stato interrogato, oggi, dagli inquirenti.

Piazza Armerina accoglie una comunità diversificata, con un significativo numero di immigrati, tra cui coloro che partecipano al progetto promosso dall’associazione Don Bosco 2000. La città ha sperimentato episodi di intolleranza in passato, come dimostrato dall’atto vandalico contro un’installazione dedicata ai rifugiati nell’estate del 2022. Dopo l’aggressione, numerosi cittadini si sono uniti per condannare fermamente l’atto e esprimere solidarietà nei confronti della vittima. Associazioni locali, tra cui Don Bosco 2000, hanno sottolineato l’importanza dell’integrazione e della convivenza pacifica, ribadendo il loro impegno nel promuovere un ambiente inclusivo.

Le autorità competenti sono già al lavoro per individuare e perseguire i responsabili di questa brutale aggressione. Tuttavia, è fondamentale che la giustizia sia esemplare e che la società nel suo complesso si mobiliti contro qualsiasi forma di discriminazione. La divulgazione di quest’evento è cruciale per sensibilizzare la cittadinanza sui gravi problemi legati all’intolleranza e stimolare un dibattito costruttivo.

 

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