Kalat, è polemica sindacati-presidente.

kalat-ambiente-spaIl caldo estivo sembra avere surriscaldato gli animi nella contesa fra la Fp-Cgil e il presidente di Kalat Ambiente Spa, Francesco Zappalà. Sullo sfondo del botta e risposta ci sono i principali «nodi» della questione ambientale del territorio.
La Fp-Cgil, con il suo segretario Francesco D’Amico, dopo avere espresso «insoddisfazione e contrarietà» per la recente conferma di Zappalà al timone di Kalat, lancia l’allarme, paventando il rischio che le schede di pianificazione dei servizi, presentate dai Comuni in vista della gara unica su base comprensoriale, prefigurino «una riduzione di almeno 10 lavoratori». Ma Zappalà precisa che «la Cgil si bagna prima che piova. Siamo ancora nella fase preliminare. Quanto alla mia rielezione, mi dispiace che il sindacato entri nel merito di scelte che spettano ai sindaci, che alla quasi unanimità (14 su 15) mi hanno ridato fiducia».
Le critiche della Fp-Cgil investono pure la vicenda dei due lavoratori dell’impianto del secco, prima licenziati e poi riassunti a tempo determinato: «La valutazione del piano industriale, che aveva previsto la riduzione di due unità – accusa D’Amico – si è rivelata errata e ha comportato un rallentamento della produzione, tant’è che la società ha adesso dovuto fare marcia indietro». «Nulla di tutto questo – replica Zappalà – ma solo una gestione oculata con la quale, attraverso l’incremento e l’estensione delle attività di lavorazione, contiamo adesso di assumerli a tempo indeterminato».
Il sindacato chiede che fine abbiano fatto «i 12 milioni di euro finanziati dalla Regione per l’adeguamento dell’impianto di compostaggio» e stigmatizza il fatto che «dallo scorso 7 giugno i Centri comunali di raccolta (Ccr) di Scordia, Militello e grammichele sono chiusi». «Quei 12 milioni – ribatte il presidente – erano legati alla gestione commissariale dei rifiuti in Sicilia che nel 2014 non è stata confermata, quindi i nostri progetti che avevano ottenuto un iniziale ok devono ora seguire i canali ordinari. Quanto ai Ccr, noi non possiamo intervenire sugli impianti».
Infine, la «partita» del passaggio degli 11 amministrativi dal contratto Federambiente a quello Enti locali, che D’Amico definisce «contraria a ogni principio normativo e contrattuale» e Zappalà indica come «ispirata al criterio del contenimento dei costi».

(DAL QUOTIDIANO “LA SICILIA ” DEL 25 AGOSTO 2014 A FIRMA DI MARIANO MESSINEO)

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